Emanuele Miceli 5ªS (scienze applicate)
18 anni
Parlaci un po’ di te
Mi chiamo Emanuele Miceli e ho 18 anni, vado verso i 19. Faccio la 5ªS scienze applicate, quindi quest’anno dovrò anche affrontare l’Esame di Stato.
Come ti descriveresti?
Innanzitutto, sono un ragazzo solare e tendo a scherzare molto. Non sono per niente timido, infatti, solitamente riesco ad entrare subito in confidenza con le persone.
Perché hai scelto questa scuola?
Onestamente, ho preferito le Scienze applicate, che allora erano appena entrate in vigore al “Marconi”, per evitare il latino. Ad oggi, però, se potessi tornare indietro, molto probabilmente sceglierei lo scientifico tradizionale, perché credo che informatica sia meno utile rispetto al latino.
Che sport pratichi?
Pratico calcio da quando avevo 7 anni, ossia da 11 anni.
Attualmente gioco nella Juniores Nazionale del Lentigione, che io ritengo essere una delle squadre più importanti della zona, subito dopo il Parma Calcio, come difensore esterno e centrale.
Perché hai scelto proprio il calcio?
Da piccolo ho provato tanti sport, ad esempio judo e nuoto, ma, in seconda elementare, ho deciso di iniziare a praticare calcio, perché molti dei miei amici lo facevano già ed anche io mi sono trovato subito molto bene.
Hai iniziato a giocare fin da subito nel Lentigione?
No, in realtà il Lentigione non comprende anche il settore giovanile e, inoltre, richiede la capacità di mantenere costantemente i ritmi alti.
Come riesci a conciliare il calcio con lo studio?
Mi alleno tre o quattro volte a settimana. Gli allenamenti iniziano alle 15 e torno a casa alle 18,30.
Quando rientro, generalmente, sono sempre molto stanco, quindi spesso risulta difficile trovare la concentrazione necessaria per studiare. Per quanto mi riguarda, infatti, è molto importante prestare attenzione in classe durante le lezioni, per poi dedicarmi totalmente allo studio nei giorni in cui non mi alleno.
Cosa rappresenta per te questo sport?
Per me, il calcio rappresenta la mia principale valvola di sfogo e ritengo che, nonostante a volte possa risultare molto impegnativo, sia davvero utile per sfruttare al meglio le proprie energie.
Inoltre, quest’anno, sono anche il capitano della squadra e posso sicuramente dire che quest’esperienza si sta rivelando alquanto formativa, in quanto richiede buone capacità di comunicazione all’interno del gruppo, ma comporta anche grandi responsabilità.
Lo porteresti avanti anche a livello professionale?
No, in realtà, nel calcio, riuscire a sfondare è sempre molto complicato, quindi per me la scuola è attualmente al primo posto.
Il calcio resta, però, una grandissima fonte di soddisfazione ed, eventualmente, anche di guadagno.
Parlando di università, invece, hai già pensato agli studi che vorresti intraprendere?
Si, io ho sempre voluto studiare medicina.
Vista la difficoltà del test d’ingresso, però, il primo anno, opterei per la facoltà di biotecnologie, in modo tale da avere qualche esame in comune e passare, così, a medicina l’anno successivo.
Che squadra tifi?
Assolutamente Parma!
Come dovrebbe essere la tua ragazza ideale?
A dire il vero, non ho particolari canoni estetici, ma dovrebbe, sicuramente, essere in grado di tenermi testa.
Raccontaci una figuraccia!
Per quanto riguarda le figuracce.. devo essere onesto, spesso riesco ad evitarle, per fortuna!
Che tipo di musica ascolti?
Mi piace ascoltare molti generi diversi, ma al momento preferisco la musica Trap.
Come descriveresti la tua esperienza al “Marconi”?
Durante i cinque anni al “Marconi” mi sono trovato davvero molto bene, avendo instaurato dei buoni rapporti un po’ con tutti i ragazzi, soprattutto con alcuni, con cui ho legato tantissimo.
Inoltre, ho anche avuto la grande fortuna di incontrare dei bravi insegnanti e, negli anni, ho sicuramente appreso un metodo di studio sempre più efficace.