Un anno, sembra incredibile che tu fossi al Marconi solo da un anno, con tutto quello che abbiamo costruito, pensato, progettato: i laboratori, i kit, il CERN, l’Aquila, il pallone sonda…
Volevi bene alle persone come se le conoscessi da sempre, veniva spontaneo considerarti subito parte del gruppo.
Hai portato la malattia come si porta una giacca leggera, appena appoggiata sulle spalle, per lo più invisibile, non volevi che facesse da filtro al rapporto che avevi con i colleghi.
Qualche volta si faceva sentire: “Angela, faccio io il laboratorio di domani..”; “no, ce la faccio!”.
La forza, il coraggio, lo stringere i denti e andare avanti con un sorriso. La scuola, i ragazzi, il senso del dovere sempre davanti a tutto il resto.
Nulla ti ha mai impedito di fare progetti a breve, media o lunga scadenza: "la prossima settimana facciamo partire il pallone sonda…", "il prossimo anno porteremo il progetto al Congresso A.I.F…", "per mettere a punto questo esperimento impiegheremo anni…".
Una capacità di guardare il futuro che era un modo di vivere e di lavorare.
Ci hai insegnato molto.
Ci mancherai moltissimo Angela.